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LA LEGGENDA DELLA PANIA DELLA CROCE



Visibile sia dalla Versilia che dalla Garfagnana, il maestoso profilo di un gigante addormentato, la caratteristica cresta di diaspri, si stende tra la Pania della Croce e la Pania Secca. È l'uomo morto. Quando in un momento senza tempo le due panie non erano ancora unite, i prati riempivano i declivi dei monti, dove le greggi pascolavano tranquillamente sotto l'occhio assonnato dei pastori. Uno di questi si innamorò di una bella pastorella e da lei era ricambiato in modo spensierato, tra corse felici sui prati e confidenze segrete. Ma il giovane cominciò a sentire il richiamo del mare e dei bastimenti che vedeva passare in lontananza. Lei si preoccupava e chiedeva timorosa, lui non rispondeva. Al volgere dell'estate, finalmente il pastore trovò la forza di dare una spiegazione: voleva andare a navigare, conoscere il mondo, allontanarsi dalle montagne della sua infanzia. E così fece. La pastorella rimase sola, aspettandolo nelle fredde sere d'inverno davanti al fuoco del camino, pensando al suo amato e sperando di tornare a rivederlo tra le sue montagne. E venne la bella stagione e le greggi nei prati, i bei fiori e il cielo blu. Ma non il giovane pastore. E il viso della giovane era sempre rivolto verso il mare, anelando e pregando per il suo ritorno.

Ed ecco un altro ragazzo accorgersi di lei ed innamorarsi subito della sua triste bellezza. Lei fuggiva ogni contatto speranzosa, finchè gli confidò le sue miserie. Ma il nuovo venuto non si perse d'animo, salì sulla vetta della Pania della Croce per chiedere a Dio come far dimenticare alla ragazza il suo amore lontano. Solo una era la soluzione: impedire alla giovane di vedere il mare. Ma a che prezzo... Avrebbe dovuto sacrificarsi e lasciare che il suo volto venisse trasformato in quello di un gigante di pietra che avrebbe unito le due Panie, nascondendo così la vista del mare. Ed egli accettò, lasciò che il suo volto venisse impresso tra le montagne apuane e ricordato da tutti come l'uomo morto.